Il Popolo Masai vaga liberamente nella savana da paese a paese, spostandosi da un posto all’altro senza alcuna considerazione per le regole doganali o confini statali. Per molti secoli la tribù Masai, in contrasto con i Kikuyu, i Luo e le altre tribù, è stata in grado di mantenere antiche usanze e uno stile di vita indigeno che ancora oggi continua ad esistere.
Tuttavia l’assalto della civiltà ha fatto sì che l’Africa sia a corto di tribù che siano riuscite a preservare la loro cultura, identità e i modi antichi di vita. Una di queste tribù è il Popolo Masai, a volte scritto Maasai, che fino ad oggi rimane una tribù primitiva di guerrieri che vivono principalmente nelle zone dominate dalla enorme montagna del Kilimangaro.
In questo video Piergiorgio Pieroni racconti il suo safari in Tanzania, durante il quale ha visitato il Parco del Serengeti, dove ha avuto l’opportunità di visitare un villaggio Masai, del quale ci mostra suggestive immagini di questa tribù guerriera autoctona.
Chi sono i Masai
La tribù Masai, o Maasai, è un popolo nilotico, ovvero un gruppo etnico dell’Africa orientale che parla lingue nilotiche, cioè derivanti da quelle nilo-sahariane, e che vive nelle alture comprese tra il Kenya e la Tanzania. Ritenuti nomadi, o semi-nomadi, questo popolo è in realtà composto da allevatori transumanti, ovvero che si spostano assieme ai loro greggi, ma di questi tempi non è raro trovarne di stanziali, soprattutto nelle zone del Kenya. La transizione, sia per quanto riguarda l’allevamento che l’agricoltura, è una caratteristica tipica della vita di molte tribù indigene, come il Popolo Arusha, dal quale prende il nome il Parco Nazionale di Arusha.
La lingua parlata da questa tribù viene chiamata maa, e proprio da questa prende nome il loro gruppo etnico, appunto maasai. Benché si stimi che vi siano all’incirca 100.000 individui appartenenti a questa tribù, non vi è un data certo, non essendovi ovviamente censimenti. Questo popolo è suddiviso in 12 diversi clan, i cui nomi sono Keekonyokie, Damat, Purko, Wuasinkishu, Siria, Laitayiok, Loitai, Kisonko, Matapato, Dalalekutuk, Loodokolani e Kaputiei, ma ne esistono anche altri, classificati come minori o sotto-clan.
Storia del popolo Masai
Queste tribù narrano che la loro storia ebbe origine dal primo di tutti i Masai, il Mamasinta, il quale, risalendo un burrone, diede vita al suo popolo. Gli studiosi credono che questo burrone possa in realtà riferirsi alle ripide scarpate nei pressi del Lago Turkana, nella Valle del Nilo, nella parte settentrionale del Kenya.
L’ipotesi che questo popolo provenga dall’Egitto, più o meno da qualche parte tra le terre del Sudan e l’Eritrea, è avvalorata dal fatto che, proprio come accade con le popolazioni tipiche delle regioni del Nord Africa, le donne Masai radono a tutti la testa e rimuovono i due denti anteriori inferiori.
Anni fa il Popolo Masai possedevano terreni nella valle del Serengeti. Nel XIX e all’inizio del XX secolo, sono stati in grado di sopravvivere e di dimostrare agli europei, soprattutto inglesi e ai coloni tedeschi, il loro diritto sulla terra ereditata dai loro antenati. Purtroppo non sono stati in grado di resistere all’assalto della civiltà verso la fine del XX secolo. Negli ultimi 30 anni i Masai sono stati sfrattati da gran parte della loro terra, ridotta ulteriormente dalla creazione dei Parchi nazionali, come quello del Lago Manyara, Ngorongoro e Tarangire.
I turisti, infatti, che vengono per un Safari in Tanzania o in Kenya, desiderano vedere gli animali selvatici, come i leoni africani e i cudù, e non gli sfrattati Masai.
Per tutta la savana sono cominciati ad apparire campeggi, bungalow e alberghi, e presto il Popolo Masai si rese è conto che i leoni, le antilopi, e le gazzelle erano molto più importanti di loro peri turisti. Lasciati così senza mezzi di sostentamento, molti di loro sono impegnati tutt’oggi in azioni di bracconaggio. Durante i nostri diversi itinerari per safari, invece, sarà possibile anche visitare il villaggio Masai Boma, così da entrare in contatto con questa Tribù, per un’esperienza indimenticabile.