Il Ghepardo: scopriamo il felino più veloce e elegante al mondo

Ghepardo il felino più veloce

Abbiamo già parlato di molti animali caratteristici dell’Africa che si possono incontrare durante un tour in Tanzania, come ad esempi i leoni masai e i cudù, delle particolari antilopi, ma ci manca uno dei più begli animali della Savana: il Ghepardo, il felino più veloce e elegante al mondo.

Il Ghepardo, Acinonyx jubatus, è il carnivoro più veloce al mondo, e appartiene alla famiglia dei felidi, la stessa di leoni, leopardi, tigri e giaguari. Nonostante questo presenta numerose caratteristiche diverse dalla specie dei felini, più simili a quelle dei canidi, come le lunghe zappe e le unghie solo in parte retrattili.

Se vuoi scoprire nel dettaglio questo splendido animale non ti resta che continuare la lettura.

Etimologia del nome

L’etimologia dei nomi, quello greco e italiano, è piuttosto complessa. Il termine greco Acinonyx nasce dall’unione di due termini greci che significano artiglio e immobile, proprio per indicare la sua particolare caratteristica di avere artigli non retrattili, diversamente da tutti i felini. Jubatus, invece, è un termine latino che significa “portatore di criniera”, che si riferisce alla presenza di un pelo più folto attorno al collo.

Il nome Ghepardo è entrato a far parte della lingua italiana soltanto in tempi piuttosto vicini, ovvero nel 1874, e deriverebbe dal termine francese guépard , che potrebbe a sua volta derivare dall’italiano gattopardo, una parola utilizzata per indicare i felini maculati. 

Stato di conservazione

Oggi questo splendido felino è a rischio estinzione ed è una specie vulnerabile, minacciato soprattutto dalla pressione demografica. Si stima, ad esempio, che negli anni ’60 il numero di ghepardi nel Parco Nazionale del Serengeti si aggirasse intorno ai 250 esemplari. Oggi, invece, secondo i dati più recenti, ne rimangono soltanto 40-50.

Più di ogni altro felino, il ghepardo ha bisogno di una vasta savana erbosa attorno a se come spazio vitale. Solo in un simile habitat, grazie alla sua tecnica di caccia altamente specializzata, che lo porta ad essere il mammifero più veloce della terra, esso può reperire e catturare le sue prede. Per costruire una riserva di caccia ideale per il ghepardo, la savana deve avere un semplice requisito: erba non troppo bassa, per coprire i suoi movimenti durante l’avvicinamento alla preda, ma neppure tanto alta da ostacolare lo scatto che gli consente di catturarla.

Dimensioni del ghepardo

Le dimensioni dei ghepardi raggiungono circa i 120–150 cm di lunghezza, ai quali vanno poi sommati 70–80 cm di coda. L’altezza al garrese, invece, è di 70–90 cm. Questo felino è però particolarmente snello e magro, cosa fondamentale per consentirgli la sua enorme accelerazione, e infatti supera di rado i 60 kg.

Velocità massima dei ghepardi

Il ghepardo è noto essere il mammifero più veloce al mondo e con la maggiore accelerazione, ma riguardo la velocità massima raggiungibile sono stati fatti dei test che l’hanno ridefinita. Fino agli anni 2000, infatti, si erano prese per vere e corrette le misurazioni eseguite intorno agli anni 5o, secondo i quali la velocità massima dell’animale si aggirava intorno ai 110-120 km/h.

Nel 2013 sono state però eseguite delle ulteriori verifiche e misurazioni che sfruttavano tecnologie e strumenti molto più sofisticati, grazie ai quali si è potuto verificare che la velocità massima dei ghepardi è di 93 km/h.

Leone, leopardo e ghepardo: una sfida sul terreno di caccia

Benché leopardo, leone e ghepardo convivano nello stesso habitat e le loro prede siano spesso le medesime, si differenziano notevolmente nel modo di cacciare:

il leopardo assale la preda di sorpresa, molte volte saltandole sulla schiena da un albero. Invece i leoni sono capaci di scatti in velocità , e raggiungono anche per brevi tratti gli 80 chilometri orari. Infatti non è necessario che corrano di più perché è questa la velocità delle loro prede: zebre antilopi e gazzelle.

Dato che il leone africano, nella corsa, non ha neppure lontanamente la resistenza delle sue vittime, è costretto ad avvicinarsi il più possibile a loro prima di scattare con breve corsa all’assalto della preda, fidando sull’istante di terrore che la paralizzerà. Il ghepardo, invece, grazie ai suoi record di velocità, può permettersi di essere avvistato dalla preda perché sa di riuscire a raggiungere la vittima prescelta.

E questo, forse, è il motivo per cui il ghepardo è l’unico felino che va a caccia di giorno. Questa differenza negli orari di caccia con i suoi rivali, gli consente spesso di evitare il pericolo di essere a sua volta depredato del bottino dai suoi concorrenti: leoni, leopardi, iene. Se uno di questi animali incontra un ghepardo che ha appena catturato la preda, il ghepardo abbandona il campo senza dare battaglia. Non ha spirito combattivo.

E così, circa il dodici per cento delle sue vittime finisce nello stomaco di qualcun’altro. Il Naturalista George B. Schaller ha studiato nel Serengeti, oltre al comportamento dei leoni, anche quello dei ghepardi; e una seconda monografia è stata scritta dallo zoologo Roland Mc Laughlin, che per anni ha esaminato la popolazione di ghepardi del Parco Nazionale di Nairobi.

I ghepardi adulti che cacciano in gruppo sono un eccezione

Di solito, quando il ghepardo caccia da solo, e questo avviene nella maggior parte dei casi, sceglie sempre prede più piccole di lui. Nel Serengeti queste sono quasi sempre le gazzelle di Thomson. Nel Parco Nazionale di Nairobi si tratta spesso anche di impala, gazzelle di Grant e piccoli gnu. Comunque, in ambedue i territori, più della metà delle vittime è costituita da animali giovani.

Evidentemente il ghepardo sa bene chi può raggiungere più facilmente e si accontenta di qualche grammo di cibo in meno. Sempre secondo le statistiche degli specialisti, in 26 giorni consecutivi una femmina di ghepardo, madre di due cuccioli, uccide più di una ventina di gazzelle thomson e un coniglio.

Di ciò si deduce che le femmine con prole catturano circa una preda al giorno. Gli esemplari solitari, invece, vanno a caccia ogni due o tre giorni. Raramente i ghepardi adulti cacciano insieme. Una eccezione era costituita da un gruppo formato da quattro ghepardi maschi, che nel Parco Nazionale di Nairobi avevano probabilmente fatto amicizia.

Le loro possibilità di successo furono chiaramente maggiori di quelle dei cacciatori solitari, tanto che attaccarono e uccisero anche bufali e zebre adulte; prede, in questo caso, più grosse di loro. In genere però i ghepardi sono piuttosto solitari. Se due adulti si incontrano, cambiano direzione e si osservano finché uno scompare alla vista dell’altro. I ghepardi non difendono un loro territorio.

Ognuno di essi ha certamente una propria zona di azione, ma può benissimo invadere quella di un altro ghepardo, senza che per questo ne scaturisca un combattimento. Nel Serengeti avvengono, anzi, continui scambi di territori. Ma non sono i ghepardi a cambiar zona, bensì le gazzelle di Thomson, che durante l’anno migrano in continuazione inseguite dai felini.

Nozze e accoppiamento dei ghepardo

Maschi e femmine marcano il loro territorio con l’urina; lo scopo è chiaro: serve come richiamo per l’accoppiamento.E’ solo in questo momento che la maggior parte dei ghepardi dimentica il radicato disinteresse per i propri simili. In ogni caso, l’unione è di brevissima durata e subito dopo l’accoppiamento ognuno riprende la propria strada.

Fino a poco tempo fa, contrariamente a quanto accade con altri felini, non era stato possibile far accoppiare i ghepardi in cattività. Fino al 1967 i casi conosciuti di nascite di ghepardi nei giardini zoologici di tutto il mondo ammontavano solo a 8. Oggi si è certi che la colpa è da ricondurre alla vita di gruppo che sono costretti a sopportare in cattività.

Di solito, infatti, sono tenuti a coppie e, data la loro natura solitaria, questo è indubbiamente un errore. George B. Schaller ritiene che le femmine, per eccitarsi e desiderare un accoppiamento, abbiano bisogno di un maschio estraneo. Egli riporta infatti la notizia di uno zoo privato, in Italia, dove si erano ottenuti risultati riproduttivi eccezionali, in quanto appena la femmina era in calore, si faceva venire il maschio da uno zoo vicino. Da quel primo esperimento, l’allevamento dei ghepardi è ormai avviato.Nel solo zoo di San Diego negli Stati Uniti sono nati, e sono stati allevati ben 32 piccoli ghepardi.

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Dopo novantacinque giorni di gestazione la femmina di ghepardo partorisce tre o quattro cuccioli. Nei primi tre mesi di vita i piccoli sono color grigio fumo con maculazione di colore indefinibile e dalla fronte, attraverso la schiena, si allunga una una morbida criniera grigio azzurra. Nelle prime sei settimane di vita i piccoli ghepardi rimangono di solito nascosti nel fitto dei cespugli.

Poi cominciano a seguire sempre più spesso la madre, anche sul terreno scoperto. E’ un’avventura pericolosa: iene, leopardi e leoni e anche alcuni rapaci di grandi dimensioni, sono una costante minaccia. Si calcola che nelle prime sei settimane di vita circa la metà dei piccoli ghepardi soccomba per malattia o venga uccisa da altri predatori.

Chi riesce a sopravvivere a questo pericoloso periodo viene istruito dalla madre nell’arte della caccia. Se fino a quel momento i cuccioli di ghepardo avevano solo osservato come la madre si comportava durante la caccia, dal terzo mese in poi le cose cambiano: la madre porta ai figli qualche piccola gazzella ancora viva.

Ma i tentativi dei piccoli su quella facile preda restano al lungo infruttuosi; dovrà passare circa un anno perché il giovane ghepardo possa essere in grado di uccidere da solo.

A questo punto l’unione tra madre e figlio viene interrotta e ognuno va per conto suo. In gran parte dei territori originari asiatici il ghepardo è stato sterminato. Un numero ristretto di ghepardi vive ancora nelle zone montagnose dell’Iran Settentrionale e probabilmente anche nel confinante stato sovietico, il Turkmenistan.

Gli ultimi ghepardi

Il governo Persiano ha perfino creato una riserva per ghepardi. Tutta l’Africa Nera, a eccezione delle foreste tropicali e del Sahara centrale, era popolata di ghepardi. Nel Nord Africa il loro numero è stato ridotto a zero senza alcun criterio (nel 1968 un’autista investì un ghepardo in Tunisia, ma fu sicuramente un caso particolare: forse un ghepardo sfuggito al suo padrone). Il veloce felino dalle lunghe zampe sopravvive solo a sud del Sahara.

In tutta l’Africa il loro numero sembra oscillare tra 3000 e 10000 capi. E’ un numero estremamente basso, ancora più catastrofico è il fatto che la esportazione delle loro pelli, legale o no, continua a ritmo costante. Nel 1968 vennero importate legalmente negli Stati Uniti 1283 pelli di ghepardo, e nel 1969 addirittura 1885.

Le nuove convenzioni internazionali per la protezione delle specie di animali selvaggi in estinzione sono un primo passo verso la salvaguardia di questi felini. Ma i Parchi Nazionali non possono garantire l’incolumità  perché non sono in condizione di assicurare loro la necessaria protezione contro loro che si dedicano sempre più alla caccia di frodo.

Uccidere il ghepardo, un animale che non si nasconde , che non tenta la fuga e non assale l’uomo, non è certo difficile, e può essere, purtroppo, molto remunerativo.

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