Quando si parla di Tanzania e la si pensa come meta turistica, difficilmente si fa riferimento a quella che, ad oggi, è considerata la sua più grande e più ricca città, Dar es Salaam: forse perché, trattandosi di una città prevalentemente commerciale, si pensa che essa abbia poco da offrire dal punto di vista turistico rispetto a Dodoma e ad altre località di questo paese africano. Tuttavia, Dar es Salaam è una città che merita molto e che ha un ottimo potenziale, sia per quanto riguarda l’aspetto storico ed economico, sia per quel che riguarda l’aspetto culturale e sociale: pensiamo ad esempio al fatto che in questa città si possono visitare diversi musei ed edifici di grande importanza storica, come ad esempio il Museo Nazionale e Casa della Cultura, e diverse località di mare come l’isola di Bongoyo (che è anche riserva turistica).
Vediamo qual è la sua storia, come è posizionata a livello geografico, quali sono i quartieri e le zone più interessanti (non solo dal punto di vista turistico, ma anche economico) e quali sono gli aspetti che devono essere presi in considerazione per evitare rischi o pericoli.
Chi decide di affrontare un viaggio così lungo per raggiungere una meta turistica come la Tanzania sicuramente vorrà sapere se il luogo che sta andando a visitare è sicuro o pericoloso, da più punti di vista: infatti, specialmente quando si va in vacanza è del tutto normale volersi assicurare di fare dei sonni sereni e tranquilli, e non stressarsi in maniera eccessiva pensando ai pericoli a cui potrebbe andare incontro.
I pericoli maggiori, quelli di cui si ha maggior timore, in realtà possono essere due: uno riguarda il pericolo sismico (a nessuno piace pensare di andare in vacanza in un luogo in cui potrebbe avverarsi un terremoto) e l’altro è quello che fa riferimento alla criminalità.
Partendo dal primo pericolo, possiamo dire che Dar es Salaam fa parte di uno stato che è considerato zona sismica attiva, e questo significa che il rischio di terremoto c’è, anche se relativamente limitato (e comunque non così prevedibile); inoltre, nei mesi che vanno da novembre a maggio si verificano forti piogge e cicloni, e questo può significare inondazioni e frane (e, di conseguenza, anche danni alle infrastrutture). È sempre bene prestare attenzione sia alle previsioni meteo, sia alle direttive delle autorità locali.
Per quanto riguarda la criminalità, è vero che alcune zone della Tanzania (e nello specifico alcuni quartieri di Dar Es Salaam, come ad esempio le zone di Masaki, Msasani Peninsula e Oysterbay) sono a rischio maggiore per quanto riguarda scippi e rapine, ma è sufficiente prestare maggior attenzione e controllo, evitando alcune situazioni che potrebbero mettere in pericolo: per esempio, è consigliato non portare troppi soldi in contanti con sé, non muoversi da soli o rimanere in zone isolate, specie di notte, ed evitare di accettare passaggi da persone sconosciute (preferendo sempre taxi ufficiali per gli spostamenti).
Originariamente conosciuto come Mzizima, nome che venne cambiato ufficialmente nel 1866, Dar es Salaam è la città più grande ed importante della Tanzania, sia per quanto riguarda l’aspetto commerciale ed economico, sia per quanto riguarda le funzioni amministrative del paese che, ancora oggi, vengono svolte qui.
Fu un tempo capitale della Tanzania, sostituita di fatto nel 1996 da Dodoma, progetto intrapreso nel 1973 ma ultimato circa vent’anni dopo (sebbene, come detto, la città continui ad essere sede di molte funzioni amministrative).
Essendo stata una città coloniale (si hanno prime notizie di coloni provenienti da una zona della Somalia, Brava, che vivevano prevalentemente di agricoltura e di pesca), ancora oggi ne mantiene molte caratteristiche e diversi aspetti estetici). Non conobbe la dominazione portoghese ma fu controllata dalla Germania successivamente alla Conferenza di Berlino del 1885: fu in quel periodo che essa divenne capitale (nel 1891) anche grazie alla sua particolare posizione strategica ed al fatto che era dotata di un grande porto adatto allo sviluppo industriale). Successivamente, fu anche controllata dall’amministrazione britannica (quando l’Africa Orientale Tedesca venne conquistata dal Regno Unito), continuando a mantenere il suo ruolo chiave dal punto di vista commerciale e amministrativo fino alla seconda guerra mondiale, quando la sua crescita divenne ancora più importante fino al 1973, quando si iniziò a progettare lo spostamento del ruolo di capitale a Dodoma.
Posizionata al centro della costa orientale della Tanzania, di fronte al lembo di mare che unisce Zanzibar all’isola di Mafia, Dar Es Salaam si affaccia sule acque calde dell’Oceano Indiano, ed è per lo più caratterizzata da un clima tropicale, caldo e umido per buona parte dell’anno. Come avviene per il resto della Tanzania, anche qui vi sono due stagioni delle piogge, quella delle piogge lunghe che si verifica tra aprile e maggio, e quella delle piogge corte che, invece, si ha tra ottobre e novembre.
Abbiamo già avuto modo di dire che Dar es Salaam è il più importante centro commerciale della Tanzania. Questo è dovuto principalmente a due fattori: il primo è il suo livello di industrializzazione, abbastanza elevato rispetto al resto del paese; il secondo è dovuto al fatto che il suo porto è stato molto importante nelle varie amministrazioni coloniali e lo è ancora oggi, dal momento che ad esso si fa riferimento per i transiti di merci provenienti sia dall’entroterra della Tanzania che da altre regioni.
Questa città non è molto diversa da tutte le altre delle zone dell’Africa, per quanto riguarda le grandi contraddizioni che in essa vivono: infatti, vi sono quartieri molto ben organizzati anche dal punto di vista economico e commerciale, accanto ai quali spesso si trovano anche zone della città molto povere e disorganizzate. Nonostante questo, però, il contrasto e le contraddizioni sono meno accentuate rispetto ad altre città come Nairobi in cui i quartieri poveri sono molto simili alle baraccopoli.
Come abbiamo detto, comunque, alcuni quartieri della città sono più soggetti ad episodi di criminalità, motivo per cui occorre prestare la massima attenzione.
La popolazione ha raggiunto i 5 401 814 abitanti nel 2020, con un tasso di crescita annua del 4,3%, dovuto sia all’immigrazione che qui è molto massiccia che all’elevata natalità.
Poiché essa è la città con uno sviluppo abbastanza significativo sotto i diversi livelli (culturale, sociale, economico, amministrativo), le condizioni in cui si vive non sono molto basse, anzi: il livello di povertà (anche nelle zone meno ricche) è significativamente meno elevato, così come è massimo il livello di alfabetizzazione ed è buono il tasso di occupazione. Tutti aspetti, questi, che contribuiscono a rendere questa città una delle migliori della Tanzania.
Tuttavia, questo non significa che essa sia priva di aspetti negativi: la povertà è comunque presente, specialmente perché, per quanto il livello di occupazione sia elevato, è comunque difficile mantenere uno stile di vita buono in quanto gli stipendi non sono adeguati e, inoltre, gli immigrati fanno molta fatica a trovare un lavoro dignitoso. Inoltre, la città è spesso soggetta ad episodi di black out sia per quanto riguarda la corrente elettrica che per l’acqua corrente, e i trasporti non sono adeguati alle necessità e richieste della popolazione.
Interessante come luogo di transito per coloro che sono diretti ai Parchi Nazionali oppure a Zanzibar, la città gode di un buon interesse turistico specialmente per la vicinanza ai parchi di Saadani, Mikumi, Udzungwa, Ruaha e Selous, ma anche per la presenza di monumenti e musei di interesse storico. Uno tra questi è il National Museum, che espone reperti archeologici provenienti dai celebri scavi di Olduvai, Old Boma, la St Joseph’s Metropolitan Cathedral (la principale chiesa di Dar) e la Azania Front Lutheran Church.
Caratteristico è il centro di addestramento dei ratti giganti al ritrovamento delle mine antiuomo, di nome Apopo, aperto ai turisti e quindi visitabile.
Molti sono i mercati di artigianato locale, come ad esempio quelli in cui si possono trovare in vendita oggetti in ebano; e caratteristica è la cultura culinaria locale, che è apprezzabile in diversi mercati rionali oltre che in ristoranti del posto in cui si possono assaggiare delle vere e proprie prelibatezze come un particolare tipo di arrosto che si chiama nyama choma, il mishkaki, una variante del kebab.
Nonostante il numero e la varietà dei trasporti sia ancora non sufficiente per soddisfare tutte le esigenze degli abitanti della città, si tratta comunque di una località molto ben servita sia per quanto riguarda le linee ferroviarie che per gli autobus che la collegano agli altri centri vicini.
Nonostante siano presenti diversi taxi privati, essi sono anche particolarmente costosi ed anche per questo motivo si preferisce un altro tipo di trasporto pubblico che collega i vari quartieri della città ed è costituito da un tipo di taxi collettivo su minivan noto come daladala.