Stone Town è una delle città della Tanzania che merita di essere visitata, non solo perché essa è ricca di storia ma anche perché è considerata Patrimonio dell’Umanità (dichiarazione dell’UNESCO) per via della sua architettura, dei suoi monumenti di interesse storico e per le molteplici influenze da parte di tutte le popolazioni che nel corso dei secoli si sono succedute.
Vediamo adesso alcune delle informazioni più richieste in merito a Stone Town, come ad esempio la sua storia (e perché essa si chiama così), cosa è consigliato vedere o quali attività si possono svolgere qui, qual è la sua storia urbanistica e quali sono i monumenti di maggior interesse architettonico, ma anche informazioni che riguardano la sicurezza, il clima, e dove eventualmente soggiornare.
Un tempo conosciuta con il nome swahili Mji Mkongwe (che significa città vecchia), oggi essa è per lo più nota come Stone Town che in inglese significa, appunto, città di pietra. Centro abitato più popoloso dell’isola di Zanzibar, Stone Town è una di quelle località turistiche che merita almeno una visita, specialmente per gli appassionati di storia, per coloro che desiderano vedere ed osservare le origini di Zanzibar ed apprezzarne le caratteristiche: inoltre, essa è tappa ideale per tutti coloro che vogliono vedere i luoghi di origine e di nascita del noto cantante dei Queen, Freddie Mercury.
Il motivo per il quale essa prende il nome di città di pietra è dovuto alle caratteristiche case (in pietra, appunto) che venivano edificate a partire dal 1830, quando avvenne la sostituzione dei villaggi di pescatori ad opera di coloro che resero possibile il suo sviluppo cittadino.
Stone Town è la meta ideale per una particolare tipologia di turisti, ossia per tutti coloro che vogliono conoscere la vera storia di Zanzibar ed entrare in pieno contatto con la tipica e caratteristica vita del luogo. Rispetto ad altre località della Tanzania e non solo, infatti, Stone Town è stata quella che maggiormente ha mantenuto le sue caratteristiche “antiche” (non a caso è ancora chiamata città di pietra) sebbene sia ancora evidente il fascino dovuto alla sua presenza importante nei commerci e nelle esportazioni.
Coloro che vogliono trascorrere alcune giornate all’insegna della ricerca della storia e della cultura tipica del posto, probabilmente preferiranno visitare le vie di Stone Town e addentrarsi in un mondo che, per molti versi, sembra esser rimasto intatto. I luoghi da visitare sono tantissimi, e molti di essi sono variegati e ben assortiti in modo da offrire al turista curioso una panoramica molto ricca di emozioni e di avventure.
I fan di Freddie Mercury (che in realtà si chiama Farrokh Bulsara) sicuramente sapranno molto bene che la città di Stone Town è il luogo in cui il noto leader dei Queen ebbe i suoi natali: infatti, ancora oggi si può visitare la sua casa natia, situata proprio tra le vie di Stone Town.
Ma ovviamente la città offre molto di più: abbiamo parlato, ad esempio, del commercio degli schiavi di cui essa fu molto famosa oltre al commercio delle spezie, ed ancora oggi è possibile visitare le prigioni in cui essi venivano reclusi. Vicino alla chiesa anglicana di Cristo si trova un monumento dedicato agli schiavi, che in esso vengono rappresentati incatenati in fondo a una fossa. Di fronte alla chiesa, nella piazza di Mizingani Road, si trova il piccolo museo che è possibile visitare con lo stesso biglietto d’ingresso alla cattedrale: qui sono presenti condotti sotterranei che portano all’interno di celle anguste ed impressionanti in cui, appunto, venivano reclusi gli schiavi.
Interessante è anche il mercato di Darajani (Darajani bazaar) noto anche come mercato di Estella: situato in Darajani Road nei pressi della cattedrale anglicana, esso è meritevole di attenzione perché rappresenta un esempio lampante della tipica vita quotidiana del luogo, ed infatti è caldamente consigliato dedicare una passeggiata al suo interno. Vi si possono trovare, tra l’altro, non solo prodotti alimentari (molto interessanti sono proprio le spezie), ma anche prodotti di importazione cinese e iraniana, e di artigianato locale: se si desidera acquistare qualche souvenir tipico, questa è sicuramente la zona giusta in cui andare. Un altro mercato che merita di essere visitato è quello che si trova vicino ai giardini di Forodhani, di fronte al forte arabo: all’interno delle bancarelle (ancora illuminate con tipiche lampade a olio) si possono trovare delle specialità culinarie e gastronomiche veramente da leccarsi i baffi, inoltre, è anche possibile fare una passeggiata rigenerante nei pressi dei giardini, ristrutturati nel 2009. Il forte arabo (anch’esso degno di attenzione) si trova proprio qui, anch’esso edificato in pietra ed inizialmente utilizzato contro i portoghesi ed i loro alleati.
Molto interessante è anche l’alta corte di giustizia (High Court of Justice) in Kaunda Road, vicino ai giardini Vittoria e alla casa del presidente, esempio tipico di un’architettura a metà strada tra influenze portoghesi e islamiche; ricordiamo anche il Palazzo delle Meraviglie, (Palace of Wonders) o casa delle Meraviglie (House of Wonders), in Mizingani Road, utilizzato a lungo come residenza dei sultani, al cui interno è anche possibile visitare un museo in cui si trovano reperti sulla cultura swahili e zanzibari come le tipiche imbarcazioni tradizionali.
Vi sono anche molti luoghi di culto: tra di essi, ricordiamo ad esempio il tempio shakti (di tipo induista ed ancora funzionante), la Moschea dell’Aga Khan (nota per la presenza di elementi islamici e gotici), e quella di Malindi, che è anche una delle più antiche. Inoltre, meritano una visita la Cattedrale di San Giuseppe, e la Chiesa anglicana a Mkunazini Road, costruita nel 1873 per volere di Edward Steere, terzo vescovo di Zanzibar (sepolto dietro l’altare).
I luoghi che meritano una visita a Stone Town sono veramente tantissimi e solo questo ci permette di consigliare la permanenza in questa unica e splendida città: accanto a quelli che abbiamo nominato ve ne sono sicuramente molti altri che meritano attenzione e che è possibile scoprire solo scegliendo di passeggiare per le vie del centro storico, rimanendo piacevolmente sorpresi dalla calda atmosfera che si respira in questo luogo magico e a tratti incontaminato dove il tempo sembra essersi fermato.
Ancora un’ultima nota: il vecchio dispensario, diventato poi sede del centro culturale Aga Khan o centro culturale di Stone Town, è meritevole di attenzione perché, sebbene inizialmente esso fosse stato pensato come ospedale per i poveri, successivamente fu adibito a dispensario ed oggi è uno degli edifici più decorati di Zanzibar.
Come molte altre località della Tanzania Stone Town merita molta attenzione (forse più di altre) è una di quelle città in cui si nota in maniera semplice ed oggettiva la multiculturalità, con una presenza di etnie e di influenze straniere molto interessante: questa particolare multiculturalità è evidente in tutta la cultura swahili, a partire dalla lingua (in cui si intravedono molteplici prestiti linguistici, dal persiano all’inglese, dall’indiano all’europeo) fino ad altri aspetti della cultura, come quello architettonico ed urbanistico, e quello delle tradizioni e delle usanze.
La sua storia è incentrata sulla presenza di numerose popolazioni che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a renderla un centro coloniale molto importante: questo fu dovuto anche alla sua particolare posizione geografica che, in quanto molto strategica, rese possibili gli scambi commerciali e, con essi, anche gli svariati scambi culturali che ne conseguirono.
Tutto ebbe inizio nel secondo millennio, quando essa venne colonizzata da arabi e persiani che si mescolarono con le popolazioni bantu, dando vita a vere e proprie città-stato di tipo costiero e marittimo. Successivamente, nel 1830 l’arcipelago di Zanzibar venne considerato come appartenente al Sultanato dell’Oman e fu proprio a partire da questo momento che la città iniziò il suo graduale percorso di crescita per diventare capitale ed importante centro culturale e non solo. Per molto tempo, infatti, a partire dall’epoca coloniale la città divenne importantissimo punto commerciale (nonostante le autorità preferissero puntare su Dar es Salaam e su Mombasa): fondamentale fu l’esportazione delle spezie, a cui tuttavia si affiancava anche il commercio degli schiavi (di cui ancora oggi di ha traccia visitando le prigioni in cui essi venivano reclusi).
Quando avvenne l’unione di Zanzibar e Tanganica (rendendo possibile l’istituzione della Tanzania) Stone Town mantenne il suo ruolo di capitale e sede del governo di Zanzibar.
La caratteristica di questa città (come suggerisce lo stesso nome con cui essa viene chiamata ed è conosciuta) è quella di esser stata per lo più edificata per gran parte con la tipica pietra corallina del luogo che, sebbene abbia una sua storia ed un fascino intramontabile (e per quanto abbia contribuito a rendere Stone Town meritevole della menzione come uno dei luoghi considerati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO) è comunque una pietra molto friabile e delicata e meriterebbe una manutenzione che, purtroppo, ad oggi non riceve.
Stone Town è anche caratteristica perché è composta per lo più da stradine, vicoli, piccoli negozi tipici, moschee e bazar: è consigliato spostarsi a piedi, in bicicletta o in moto, perché le automobili sono inutilizzabili nella maggior parte delle strade interne che, purtroppo, sono molto strette. Tuttavia, questo non deve essere visto come punto negativo ma è invece importante ricordare che è proprio a piedi che si possono scorgere le meraviglie dei luoghi.
Dal punto di vista architettonico, in Tanzania Stone Town riflette nei suoi edifici le stesse caratteristiche culturali che riguardano la sua storia e la sua lingua: sono, infatti, evidenti molti prestiti ed influenze delle varie popolazioni che l’hanno colonizzata nel corso dei secoli, e non è raro vedere, nello stesso edificio, elementi arabi, indiani, persiani, europei, e non solo. Ad ogni modo, sono evidenti alcune caratteristiche che in questa città e nei suoi vicoli sono molto presenti: le baraza, lunghe panche posizionate in strada, molto utili sia come punto di ristoro che come punto di incontro per la socializzazione; i balconi a veranda, protetti da balaustre di legno intagliato; i tipici portoni di legno scuro, molto massicci ed anch’essi molto sapientemente decorati a intaglio o bassorilievo. Anche nelle loro incisioni sono presenti elementi di varie culture, come ad esempio simbologie islamiche ma anche orientali e buddhiste (si pensi ai fiori di loto, considerati emblema di prosperità).
Il clima qui è particolarmente soleggiato e caldo e, come accade per la maggior parte della Tanzania, le temperature sono buone per la maggior parte dell’anno e consentono quindi di fare una vacanza interessante in ogni periodo dell’anno. Le stagioni sono di due tipi, quella secca e quella delle piogge, di cui una viene chiamata stagione delle piogge lunghe che è quella principale (e va da marzo a maggio) e una minore, detta delle piogge corte, che si ha tra ottobre e novembre.
Molte persone si domandano se la città di Stone Town sia o meno pericolosa, e questa è una domanda lecita che, ovviamente, ci si pone anche per via del fatto che la città è situata in una zona molto lontana, che è quella della Tanzania. Non ci sono particolari motivi per i quali si sconsiglia di visitare Stone Town in particolari periodi dell’anno, ma è bene ricordare che, come avviene per tutte le visite o le escursioni, il buon senso deve sempre farla da padrona: infatti, le zone isolate dell’isola sono più pericolose rispetto ai centri abitati ma questo non significa che esse non debbano essere mai visitate. Invece, può essere prudente ed utile farsi accompagnare da una guida locale o da una persona del posto che consenta di visitare e di girare l’isola in totale sicurezza, senza perdersi nulla di ciò che effettivamente la città offre.
Inoltre, poiché la città è molto caotica, è consigliabile non portare con sé troppi soldi in contanti e prestare sempre attenzione al proprio zaino: eventuali scippi o rapine, chiaramente, si possono verificare anche nelle zone molto abitate, complice la confusione che si crea nelle strade nelle ore di punta. Attenzione anche ai bambini: tenerli sempre per mano, specie nei momenti in cui vi è maggior caos, è fondamentale per evitare di perderli.
Gli hotel e i luoghi in cui soggiornare sono veramente tanti, e ovviamente questo significa che si ha l’imbarazzo della scelta e che, la scelta stessa, debba essere orientata per lo più a rispondere alle proprie esigenze: farsi consigliare dal tour operator al quale si presentano le proprie esigenze può essere di grande aiuto, ma nello stesso tempo è anche possibile farlo in autonomia visitando i vari siti di prenotazione alberghi e le piattaforme dedicate. Qui sarà possibile inserire dei filtri di preferenza, e pertanto puntare sulle opzioni di maggior interesse, magari con mappa alla mano. Infatti, scegliere un hotel situato in posizione strategica è molto importante perché permette di spostarsi liberamente, raggiungendo facilmente e senza limiti tutte le zone di proprio interesse.